Tapasciate invernali

expo2Cos’è che ci fa uscire fuori dalla macchina? Cos’è che ci fa stare sotto ai portoni alla domenica davanti al ramo? Cos’è che ci fa indossare le scarpe nelle mattine bianche? Mistero! Forse Enrico Ruggeri potrebbe scriverci una canzone sui misteri che ci portano ad affrontare mille sfide: dalla maratona sotto il sole hawaiano alle tapasciate sotto zero! Abbiamo inaugurato la stagione invernale con una tapasciata ai limiti di sicurezza a Seregno, dove al posto delle scarpe sarebbe stato meglio indossare un paio di pattini…io stessa sono scivolata su un marciapiedi e un po’ mi mancava quel caldo solo delle Hawaii. E pensare che negli ultimi chilometri di maratona non vedevo l’ora di correre al fresco!!

Dopo Seregno è stata la volta del Magic Lake Como!
Finalmente una new entry nelle tapasciate. Qualcuno era partito con l’idea di compiere i 2 giri, ma per fortuna ci sono stati ripensamenti… perchè siamo stati in tanti ad assaggiare le prime impervie salite delle tapasciate. A Como siamo partiti costeggiando il lago, passando poi per villa Olmo e da lì si saliva. Io ne ho approfittato per correre 12 Km, meno rispetto al solito, ma aumentando la velocità. Di questo devo ringraziare Paolo Quagliotti che mi ha fatto da lepre per gli ultimi chilometri e mi ha fatto scendere sotto i 5′ al chilometro, parlando di trail e obiettivi futuri. Sono già un po’ di volte che saggio uscite con la neve per i percorsi del campo dei fiori e già mi ispira questa nuova idea di comprare le scarpe da trail. Dopo tutte queste maratone, un po’ di corsa in natura è quello che ci vuole per rigenerare un sano correre.

A Novedrate però non c’erano ancora i nostri amati sentieri, ma solo salite… quei 19 Km tutti sali e scendi sono stati molto allenanti per tutti. Io ho tenuto un passo regolare fino al 12 Km poi da lì ho sofferto in salita, ma guadagnandomi un traguardo di tutto rispetto. Adesso le tapasciate arrivano come manna dal cielo, sopratutto come quella di domenica scorsa a Cadorago.
Quasi non sembrava vero di avere 11° di temperatura ed io ho deciso di coprirmi ugualmente temendo gli sbalzi di temperatura…Ero ancora in dubbio alla fine dei 21 km se mi ero coperta troppo o meno, data la calura in alcuni momenti che poi però lasciavano il passo alle correnti d’aria gelida, che Pino ha soprannominato “docce emozionali”: in salita si sudava, ma poi in valle arrivava il getto d’aria fredda, come ha ricordato Pino succede come alle terme! E lì ho capito che è stato meglio così…perchè si sa che in 21 Km può succedere di tutto. I 21 di domenica in realtà erano 19 Km, ma con i dislivelli incontrati l’effetto era di 21.
Finalmente dopo tante domeniche sono ritornati i nostri sentieri preferiti, fatti di terreni morbidi, di boschi, di pineta, di natura. Certo non si parla di foresta, ma la maggior parte della tapasciata si snodava tra il parco pineta e il parco del lura, ripercorrendo dei tratti comuni alla tapasciata del Pompiere di Lomazzo. Io ho tenuto un po’ il gruppo di Secco con Guzzino e Bat…ma poi ho mollato ed ho lasciato andare. Forse perchè da tempo desideravo correre un po’ più piano, forse perchè stavolta voglio correre per piacere e non per soffrire, forse perchè non voglio cronometri ma solo stare in forma e sognare come le prime volte il ristoro dei 6km, per poi arrivare al 12° e poi ancora arrivare alla fine dei 19, godendo della natura che avevo attorno e guardando a testa alta tutto il panorama. Volevo ricordare le mie prime uscite, quando puntavo i gruppetti, quando superavo e mi superavano, quando mi chiedevo che cosa mi aspettava dopo quell’ennesima salita. Quanti chilometri domenica e quante volte ho cambito idea su come potevo correre. Questo per me significa che ho ancora molto da imparare da questo sport, che non è un semplice indossare le scarpe e correre, ma significa gestire le energie, imparare a controllare ogni gesto, il respiro e falcare le gambe al punto giusto come per volare. La corsa fa vedere avanti, fa sognare maratone, trail o anche solo un po’ di salute in più. Si sale e si scende nella corsa, come nella vita,  ma ci permette di farci sentire vivi e sognare ogni volta di risalire là dove vorremmo arrivare. Per chi ancora non è convito che alzarsi presto alla domenica mattina d’inverno non sia solo una pazzia non mi resta che dire come Riky: provare per credere…siamo sempre in più a correre e come domenica solo noi 5 cascine eravamo in 10…1200 in tutto i runners…e come se non bastasse sempre più soci 5 cascine si cimentano in trail, maratone, mezze maratone o anche semplici tapasciate come domenica!

Dedico questo articolo ad una persona, che ho scoperto ama leggere questo blog, sperando di vederla un giorno passeggiare sul percorso 5 cascine o alla nostra maratonina del rugareto: mia mamma.

Auguro a tutti un 2013 di CORSA MA NON DI FRETTA!

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Serena

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