La prima dell’anno!
Rincorro per qualche metro il nostro piccolo gruppetto, ma subito parte il rimprovero di Agostino: “cosa stai facendo? Non starai mica correndo?”… Il passo mi era venuto spontaneo, al vedere tutti che correvano. Ma le promesse sono promesse e “l’ordine” del medico risuona ancora forte e chiaro: niente corsa per un po’ ma solo camminata veloce, meglio non rischiare”. Cosi scatto ancora una foto al gruppetto che se ne va augurando a tutti di rimanere a bocca aperta dalla bellezza del panorama che la cima avrebbe regalato loro dopo l’ardua salita. Mi avventuro così tra le fila dei camminatori scoprendo con molta meraviglia che a camminare siamo in tanti e di tante età diverse. È stato impressionante ammirare per le strade il fiume di gente, a dimostrazione che non sono solo i grandi appuntamenti a riscuotere successo ma anche i piccoli richiami della domenica.
Ormai conosco quasi a memoria il tracciato, le salite e con sorpresa ho notato che camminare velocemente soprattutto sulle salite mi dava la stessa soddisfazione della corsa in piano. Forse perché di tanto in tanto mi concedevo il gusto di fotografare piccoli scorci curiosi, le belle ville di Varese o i podisti ed i camminatori che più mi incuriosivano che il tempo passava senza accorgermene. Soprattutto sono stata affascinata dall’orgoglio di come qualche camminatore sfoggiava vecchie divise di podismo, a dimostrazione che quando l’età non lo permette più si può comunque ricordare quanto la corsa abbia regalato negli anni e dando movimento ancora alle gambe seppure con un passo diverso. Dopo neanche un’ora di cammino raggiungo il primo ristoro dei 6 km alle pendici della prima cappella ricco di bevande, frutta e dolciumi con una postazione forse più agevole rispetto agli anni scorsi. Ho giusto il tempo di riprendere un piccolo angolo del belvedere rimpiangendo un po’ di non poter salire fino in cima, perché da lì sì che si può ammirare quasi il “paradiso”.. per fortuna ho qualche scatto conservato sul mio telefono, in ricordo della mia ultima scalata al Sacro Monte durante una delle mie ultime uscite dell’estate scorsa e credo che ad oggi rimane uno dei miei posti preferiti per allenarmi. Per rassicurare chi è ancora indeciso sul partecipare o meno alle tapasciate ho immortalato il momento più goliardico di questi incontri, perché nelle nostre fatiche c’è anche il RISTORO! Per gli scettici che credono di far solo fatica, per chi teme di restare solo per le strade e di non vedere cibo fino all’arrivo credo che non ci siano scuse. Senza considerare che come diceva il pace maker di Torino la salita è una discesa al contrario! Ebbene dopo la cima inizia la discesa e domenica in men che non si dica ero già nei pressi di villa Toeplitz, con il suo splendido parco. Ero quasi al traguardo e già immaginavo chi sarebbe stato il primo delle 5 cascine a riprendermi. Ed ecco il primo è stato Agostino, poi mi supera Enrico, poi arrivano Stefano, il Teo e a seguire tutti gli altri. Arrivo all’ippodromo soddisfatta, perché nonostante non abbia potuto correre, i 12 km di camminata mi hanno dato molta carica. All’arrivo mi chiedevo dove fosse finito Mondo, il nostro stambecco e quando è arrivato ha ammesso di essersi fermato ad ammirare il presepe su in cima. Ancora una volta la conferma: chi lo dice che bisogna arrivare per forza primi?
Come ha detto Andrea sulla strada del ritorno verso casa: ci voleva questo ritorno alle tapasciate. Io mi sono divertita e spero di poterlo fare ancora per un po’, cercando di rubare qualche scatto interessante e regalare a qualcuno la voglia di indossare un paio di scarpe, una tuta e il desiderio di fare un po’ di moto nelle nostre palestre naturali.
Serena