Una mezza con la neve. Mezzamaratona di San Gaudenzio

Come c’è venuto in mente di correre questa mezza di Novara io proprio non saprei…ma penso che una risposta in fondo ci sia! Qualcuno direbbe molto molto in fondo! ma di motivi io ne avevo e credo anche tanti. Ormai le distanze non contano più e la mezza è diventata una delle mie preferite, non solo perchè è il doppio di 10 e la metà di 42, ma perchè lascia il tempo di ingranare senza fatica, permette di respirare ammirando il panorama, lascia il fiato per parlare, mette in crisi al punto giusto ma poi è già ora di arrivare. Che mezza ragazzi! Stamattina abbiamo formato un altro trio 5 cascine e a correre con me e Agostino questa volta c’era Paolo. Per lui è stata la prima mezza e per esordire con la neve credo vada premiato per il coraggio, per non parlare poi del suo tempo. Come tutti i podisti credo che siano tante le domande che mi sono fatta stamattina…anche se qualcuno potrebbe pensarlo, non erano di certo queste: ma chi me lo fa fare? ma perchè nevica proprio oggi? Le mie erano: corro con i pantaloni lunghi o corti? metto il cardio o no? cappello o fascia? Non ho avuto dubbi sul correre o meno e neanche sull’abbigliamento. Dopo la mezza di Monza ho capito che se piove conviene stare leggeri…almeno sulle gambe: quindi oggi si corre in gonnella! Ebbene sì! Esibizionismo? può darsi…ma per chi non lo sa ci tengo a prendere il lato buono di questo capo tecnico: pantaloncini sotto che rimangono asciutti e gonna sopra…poi crema scaldante sulle gambe e via si parte. In griglia siamo arrivati coperti dai nostri sacchetti della raccolta differenziata per cui oggi, nessuno ce ne voglia, ma i soprannomi di “secco” e “umido” sono toccati a noi. Alla partenza non è mancata la musica ad alto volume e neanche la pioggia, che ci preannunciava un’altra mezza bagnata! Ed è così che dopo il conto alla rovescia, parte il nostro timer. Sapevo già che all’inizio avrei corso al di sotto dei miei tempi per scaldarmi, ma non pensavo di stare sotto i 5 minuti a Km e soprattutto senza accusarne la fatica…eppure c’era anche gente che mi superava e mi sembrava di andar piano!! I primi chilometri ci hanno portato fuori dal centro abitato e a me sono serviti per capire quale gruppetto di runners poteva essere il mio treno…ma questa volta di treni ne ho presi tanti, tanti podisti in compagnia e tante volte ci accorgevamo di alternarci nel fare da lepre. Qualcuno si è complimentato per il coraggio che ho avuto nel correre a gambe scoperte ed io rispondevo “ma poi c’è la doccia calda”…per dirla tutta di doccia calda non se n’è neanche parlato, visto che al palazzatto c’era tutto fuorchè l’acqua calda. Ma io ancora non lo sapevo e quella era una delle mie consolazioni che mi tenevano in piedi!! Comunque oggi la pioggia ci ha abbandonati dopo il 5° km e da lì ho capito che il mio primo obiettivo era di arrivare sana e salva al traguardo. Sta di fatto che tenere una buona velocità mi faceva pensare che potevo arrivare in fondo, magari schivando ancora pioggia e neve e così facendo ho capito anche come si fa a tenere il ritmo: velocità e costanza, in mezzo al mucchio quasi a chiedere in prestito le gambe agli altri, superando e andando a prendere quelli che stavano avanti. Il mio momento critico è stato il 9° Km dove ha fatto il suo ingresso il vento, tanto forte al punto che riusciva a far volare la neve come sabbia che a piccoli granelli arriva sul viso. Sarà, ma lì ho pensato che dovevo ingranare…complice anche un altro pensiero: in fondo oggi sono solo 21 Km e senza fare i ristori ce la posso fare! Sapevo che arrivata al 15° da lì mancava poco e così è stato. Dopo il 16° il percorso ci riportava verso la città e iniziare a vedere le case mi rincuorava, dal 17° poi si vedeva quel campanile che per me era il faro che indicava la fine…e poi dal 18° mancavano solo 3 chilometri, poi solo 2 e all’ultimo sapevo di trovare la folla ad incitare. Ho tagliato il traguardo, un altro traguardo quasi senza accorgermene, con le gambe “fresche” e neanche affaticate…sarà stato il freddo?? o l’effetto adrenalina? Qualcuno sul finale mi ha chiesto se non avevo freddo…quando mi sono fermata avevo le gambe infuocate e poi ho capito perchè: la crema scaldante..Entrata al palazzetto ritrovo Agostino e Paolo e sapevo già che i loro tempi si aggiravano sull’ 1h e 30′. Come già intuirete il finale mi ha riservato una doccia fredda e mi sono chiesta se gli organizzatori abbiano voluto testare la nostra resistenza non solo alla fatica e alle condizioni sfavorevoli, ma resta il fatto che ho superato anche questa. Mi rimane solo una piccola chicca che avrei voluto fare…Avrei voluto indossare una maglietta che diceva: “SALI A BORDO, CAZZO!”. Oggi è il giorno del mio personale e anche di un’altra verità: correre è possibile, anche con la neve, anche quando tutti si tirerebbero indietro, perchè ad aspettarci non c’è solo una doccia fredda, ma la vita e l’amore della vita.
Grazie a tutti!

Serena

Sito ufficiale: http://www.mezzadisangaudenzio.info/
Classifiche: http://www.tds-live.com/ns/index.jsp?pageType=1&id=4506
Foto Antonio Capasso: http://andocorri.blogspot.com/2012/01/29-gen-12-novara-foto-e-classifiche-16a.html

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