Besano per scaramanzia…e non solo…

Immagine 1Quali possono essere i motivi per correre a Besano, che proprio dietro l’angolo non è? Qualcuno potrebbe rispondere per “zelo”, qualcun altro per “far presenza”, qualcuno ancora per “abitudine”…ebbene ogni tapasciata ha il suo perché e per usare le parole del nostro presidente, a Besano bisogna andare per scaramanzia. Guzzino dice che bigiare a Besano porta “sfiga” e che è d’obbligo non solo partecipare ma anche scattare la foto al busto di don Citterio con la bandana dei “sentieri di Santa Cristina”. È stato così che, contrariamente a tanti che in preparazione a Roma hanno preferito fare altro, alle 7 e 15 di domenica mattina un drappello di 5 cascinini è partito alla volta di Besano. Eravamo pochi, ma sapevano che ad attenderci ci sarebbero stati anche Marco e Alessandro che per non lasciar scontenti i nostri maratoneti si sono prodigati a trovare un percorso per poter “allungare” il tracciato della tapasciata e trasformarla così in allenamento. Dal canto mio, io sono affezionata a questa tapasciata come a tante altre. Questa è particolare perché ogni anno è stata una sfida al freddo, ma il panorama lascia davvero a bocca aperta. Besano è uno degli ultimi comuni al confine con la svizzera e l’atmosfera richiama molto quella di montagna: il verde, la natura, le case in legno ed in pietra. Sembra quasi di essere lontani dalla nostra regione e forse è per questo motivo che una domenica mattina spesa in un posto così ridona le energie per affrontare la settimana. In aggiunta questa tapasciata ha un percorso vivo, ricco di tratti in salita e in discesa, passaggi nei boschi su sterrato e nei borghi di paesi, attraversando pontincelli su torrenti e strade immerse dai profumi della domenica. ImmagineÈ così che dopo 10 km si arriva a quella che è la perla della tapasciata: il lago! A porto Ceresio si percorre il lungo lago e domenica la bella giornata di sole ha permesso di far apprezzare tutti gli scorci mozzafiato. Poi dopo 3 km si risale per tornare a Besano su una salita molto allenante, che è l’ultima fatica della tapasciata. Come ultimamente succede senza metterci d’accordo, con sincronia il gruppo è riuscito a correre il lungo allenamento nello stesso tempo in cui io ho percorso i 15 km camminando. All’arrivo non poteva mancare la foto ricordo di questa giornata sensazionale, dove ancora una volta la simpatia di Marco e Alessandro ha travolto tutti ed il loro spirito d’iniziativa ha permesso che una semplice tapasciata facesse conoscere posti nuovi oltrefrontiera, tornando a casa con la soddisfazione di un bel chilometraggio verso Roma.

Ovviamente bisogna ringraziare anche l’organizzazione che è riuscita ad adattare il percorso variando l’ultimo tratto per evitare così un passaggio reso rischioso dalla piena del torrente. Un’altra nota positiva è il ristoro, più ricco rispetto agli altri anni e con thè caldo e buono…non si può dire lo stesso del premio ai gruppi: un vaso esteticamente e di uso difficile da destinare…ma si sa che con la crisi…

Un grazie a tutti per aver reso la domenica mattina ancora una volta un’occasione di svago, spensieratezza e allegria…

Serena

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